Rifiuti, il Marocco si ribella: “Non siamo la discarica dell’Italia”

“Non siamo la discarica dell’Italia”: la frase chiara e sintetica è indirizzata al nostro Paese da un’imponente mobilitazione della società civile marocchina. La petizione sul sito change.org ha già raccolto oltre 10mila firme, che salgono di ora in ora, conquistando sostenitori al grido di «l’Africa non può diventare la pattumiera dell’Europa». Ormai non si parla d’altro, in Marocco, scrive La Stampa. I rifiuti italiani spediti nel Paese maghrebino per essere smantellati da due settimane sono diventanti un caso nazionale, con tanto di interrogazioni parlamentari per far tornare a casa nostra le 2500 tonnellate di ecoballe, per ora parcheggiate nel porto di El Jadida. Il Marocco, che avanza su più fronti come leader in Africa e partner per la sponda nord del Mediterraneo, è lo stesso Paese dove convive un’altra contraddizione. La triste fotografia di un’incontenibile invasione di rifiuti e buste di plastica a sfregiare i suoi angoli più belli, compresa la sua invidiabile costa atlantica. Meraviglie e mostruosità, natura seppellita dal consumismo sfrenato. Un binomio che ha allarmato non pochi analisti. Una piaga che diverse associazioni per la tutela dell’ambiente stanno combattendo non solo con l’educazione civica, ma anche facendo pressione al legislatore. Le ecoballe dall’Italia, secondo i quotidiani locali, arriverebbero dalla Campania e precisamente dal sito di Taverna del Re, che si trova tra Caserta e Napoli. Un enorme carico, si legge sui quotidiani marocchini, di materiale plastico, pneumatici e di rifiuti derivati da combustibili.

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